La tecnologia digitale, così presente nella nostra vita quotidiana, ha origini che risalgono a molti decenni fa. Anche se oggi pensiamo a smartphone, computer e internet, il concetto di "digitale" nasce molto prima di questi strumenti moderni.
Il termine "digitale" deriva dalla parola latina digitus, che significa "dito". In informatica, però, "digitale" si riferisce a un sistema che usa numeri, in particolare il sistema binario (fatto di 0 e 1). È proprio questa caratteristica che distingue il digitale dall’analogico.
L’inizio vero e proprio della tecnologia digitale si colloca intorno agli anni '40 del Novecento, durante la Seconda Guerra Mondiale. In quel periodo furono costruiti i primi computer elettronici digitali, come l’ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Computer), sviluppato negli Stati Uniti nel 1945. Questo grande calcolatore era in grado di eseguire operazioni matematiche molto velocemente, utilizzando impulsi elettrici per rappresentare i numeri.
La base della tecnologia digitale è il sistema binario, ideato già nel XVII secolo dal matematico tedesco Gottfried Wilhelm Leibniz. Tuttavia, solo nel XX secolo questa teoria fu applicata concretamente nei computer. Le macchine digitali interpretano tutto – numeri, lettere, immagini e suoni – come sequenze di 0 e 1.
Dagli anni '50 in poi, i computer digitali hanno continuato a evolversi. Con l’introduzione dei transistor e poi dei microprocessori, le macchine sono diventate sempre più piccole, veloci e potenti. Negli anni '70 e '80 iniziano a diffondersi i personal computer (PC), aprendo la strada a una rivoluzione tecnologica.
Con l’arrivo di internet negli anni '90, la tecnologia digitale ha fatto un ulteriore salto: comunicazione, informazione, lavoro e intrattenimento sono cambiati radicalmente.